Basta con la totale contiguità e alleanza tra grandi (im)prenditori lobbysti e chi dovrebbe curare il bene comune

Alcuni quotidiani nazionali nelle ultime settimane hanno dato ampio risalto ad un’inchiesta sui finanziamenti ricevuti da una fondazione di area “renziana”. In quest’inchiesta comparirebbe anche l’industriale abruzzese Toto. In Abruzzo la notizia non sembra aver colpito particolarmente. Eppure tocca un ganglo vitale della politica e dell’economia locale. Azione Civile ovviamente non si esprime sulla vicenda giudiziaria, chi di dovere sta portando avanti il suo lavoro, tanto è ancora da definire e chiarire e non spetta ad un movimento politico farlo. Ma torna alla ribalta, o almeno dovrebbe, la necessità di una profonda riflessione sul rapporto tra partiti, istituzioni, settori economici e grandi (im)prenditori. Che portano avanti i propri interessi e cercano di avere profitti privati ogni volta che possono. Al contrario, invece, la “politica” troppo spesso è così contigua e sostenuta da questi “privati” che non sembra proprio mettere l’interesse pubblico in primo piano.

Non possiamo dimenticare che l’ex presidente della Regione Abruzzo (e prima ancora sindaco di Pescara e presidente della stessa Provincia) senatore Luciano D’Alfonso – l’uomo forte del PD abruzzese – si definì anni fa “damo” dello stesso Toto. E che, già dalla campagna elettorale dell’anno scorso fino alla composizione dell’attuale governo, il nome del senatore di Manoppello è stato accostato dalle solite “voci bene informate” al Ministero delle Infrastrutture. In quanto l’obiettivo sarebbe stato giungere dove decidere così da sbloccare alcune “pratiche”, a partire dal contestato progetto (che pare ormai accantonato) di mega varianti sulla A24 e A25 di Strade dei Parchi. Società del gruppo Toto. E legata alla questione dell’acqua del Gran Sasso e della sua tutela. Che, ricordiamo, è ora approdata anche in tribunale a Teramo. Con esponenti, insieme a Laboratori di Fisica Nucleare e della Ruzzo Reti, della stessa Strada dei Parchi. Sono aperte questioni pesantissime, dalla sicurezza dell’acquifero alle concessioni autostradali di arterie che garantiscono (o dovrebbero garantire) collegamenti preziosi per l’Abruzzo fino al nuovo “salvataggio” di Alitalia. Come può la “politica” valutare in maniera serena e indipendente se è economicamente legata e totalmente contigua alla controparte? Come possono le istituzioni essere garanti dell’interesse collettivo se sono guidate da chi è tanto vicino a grandi (im)prenditori?

C’è una sola via d’uscita reale. Gli esponenti dei partiti, i loro entourage e le loro promanazioni economiche, devono essere indipendenti e distanti dai gruppi di interesse e potere privato. A partire dai grandi imprenditori. E qualsiasi rapporto, finanziamento o altro deve avvenire totalmente alla luce del sole, essere comunicato alla collettività e pubblicizzato. Basta opacità, basta dami e basta rapporti troppo stretti tra potentati economici e (presunti) rappresentanti della cittadinanza tutta. Venendo alle partite già riportate che coinvolgono Toto Azione Civile ribadisce le sue proposte dei mesi scorsi: no a trattative per l’acquisizione di quote di Alitalia alla luce dei precedenti rapporti, impugnazione delle concessioni autostradali con chiarezza sulle reali attuali situazioni e immediata, totale e reale messa in sicurezza dell’acqua distribuita a centinaia di migliaia di abruzzesi. Così come i fatti che stanno emergendo, anche nel processo appena iniziato a Teramo, e la Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso chiedono a gran voce.

Azione Civile Abruzzo