La via per il Terzo Polo

All’Italia non serve una riedizione del bipolarismo, il vecchio modello europeo del partito di massa è ormai tramontato.

I partiti storici di questo modello, la Dc e il Pci, si sono ormai estinti e dissolti, quello che vediamo in campo sono copie sbiadite che hanno ereditato solo i lati negativi da entrambi gli schieramenti.

L’amara realtà è la scomparsa del partito di massa come reale attore della politica italiana, abbiamo una pluralità di modelli di partito che convivono a malapena o per interesse, spesso condividendo più l’idea delle poltrone che un vero programma politico.

In questo frangente di grave instabilità politica,dove l’elettorato si sente orfano di una politica chiara e identificativa,  l’idea del terzo polo acquista un nuovo sapore.

Il M5S anche senza volerlo, con il suo exploit politico degli ultimi anni, ha delineato le tracce per la nascita di un terzo polo.

L’alleanza con la Lega per un governo di scopo non ha raccolto i frutti sperati, parte dell’elettorato non ha apprezzato questo matrimonio forzato con un partito come la Lega che incarna tutti i difetti della mala politica.

Il M5S può ancora fare la differenza, tornando al manifesto di intenti iniziale e aprendo esclusivamente alla società civile, quella vera.

Esiste un “partito” che può raggiungere percentuali interessanti, quello degli astensionisti e dei disillusi.

Il 4 marzo 2018 è andato a votare il 72,9% degli aventi diritto. È la percentuale più bassa dal 1948 a oggi.

Per secoli, la gente non ha votato, erano servi o sudditi senza voce e senza diritti in un sistema in cui non c’era uscita.  Il diritto di voto è stato conquistato dopo secoli di ingiustizie a prezzo di sangue e sacrifici dai nostri nonni.

Per non rinunciare a questo fondamentale diritto occorre dare all’elettorato un’alternativa di governo.

Per far sì che il terzo polo possa diventare alternativa concreta di governo occorre rivolgere lo sguardo alle numerose associazioni di volontariato, da quelle ambientaliste a quelle antimafia e anticorruzione,passando per quelle sanitarie e socio-assistenziali,senza dimenticare le organizzazioni studentesche.

partiti sono stati l’espressione della società civile, sono nati e costituzionalmente riconosciuti per rappresentare la società civile in tutti i suoi aspetti. Con il tempo si sono modificati, trasformando la politica in un tornaconto personale fatto di corruzione e clientelismo.

Il centro della discussione è sempre lo stesso: dobbiamo cambiare i partiti e il modo di fare politica, questo può avvenire solo attraverso un’azione di rigenerazione che passa esclusivamente dalla società civile.

Azione Civile da diversi anni si pone come movimento capace di raccogliere questa sfida, serve coraggio e tanta determinazione.

Antonio Ingroia ha lanciato un appello al M5S, che se colto e approfondito può gettare le basi per la nascita di un terzo polo fuori dai canoni standard e dai vecchi politici che cercano un posto al sole.Azione Civile