Il 5 gennaio è una data che Catania non può dimenticare

Il 5 gennaio è una data che Catania non può dimenticare. Il 5 gennaio è un giorno fondamentale per la memoria collettiva di questa città, è proprio in quel giorno, infatti, che 33 anni fa la mafia vigliacca,spense per sempre una voce destinata ad essere ricordata come una fra le grandi voci siciliane del 900 quella di Pippo Fava.

In una Catania come sempre attonita e omertosa, quella maledetta sera piovosa 5 colpi di pistola fermarono la sua penna, in quella strada che anni dopo avrebbe portato il suo nome. Non fece neanche in tempo a scendere dall’auto, doveva recarsi al vicino Teatro Stabile dove recitava la nipotina.

L’indomani il giornale più autorevole della città ne annunciava il delitto, commentando l’uccisione come probabile “cosa di fimmini” perchè la pistola usata per l’omicidio era considerata piccola, da donna, diversa da quella usata in genere per i delitti di mafia.

È così Fava morì due volte. Poche persone parteciparono ai funerali; a Catania avevano vinto ancora una volta la paura e l’indifferenza. Io avevo 4 anni all’epoca dei fatti, e vivevo pienamente nel mondo fatato di un’infanzia circondata da affetto e vita; niente sapevo della mafia e della morte che ogni giorno attraversava le vie della mia città. Incontrai anni dopo Pippo, la prima volta nella libreria della mia famiglia, alcuni volumi in bella vista attirarono la mia attenzione.

Purtroppo però, solo più avanti posai il mio primo sguardo consapevole su quest’uomo, la sua storia, quello che aveva rapresentato e fatto per questa città, l’eroe che combatteva la mafia con la penna. I miei parlando di quella sera, raccontarono a mio fratello che fu come se fosse morto uno di famiglia.

Capii allora che non esisteva solo la Catania che l’aveva ucciso e lasciato solo, ne esisteva un’altra infatti, che lo aveva amato e apprezzato a fondo, non solo come giornalista e scrittore di saggi, ma anche come drammaturgo e sceneggiatore.

Lo amavano i suoi figli Elena (scomparsa un anno fa) e Claudio che ne hanno seguito l’esempio con dignità, i suoi “carusi” che il giorno dopo l’omicidio fecero uscire un’edizione straordinaria dei Siciliani, coloro che hanno portato avanti le sue idee con coraggio, lo amavano tutti quelli che non dimenticano e che ogni anno, da tanti anni, si ritrovano puntualmente alle 17 davanti alla lapide di via Fava; forse sempre troppo pochi, sempre gli stessi, ma sempre presenti.

Anche quest’anno per l’anniversario il calendario è ricco di appuntamenti. Si comincerà con il corteo “silenzioso” che partirà da piazza Roma alle 15.30, organizzato dai Siciliani Giovani e a cui Azione Civile ha immediatamente aderito, con la determinazione e l’entusiasmo che mette sempre nel farsi portavoce di queste battaglie.

Alle 17 il consueto appuntamento sotto la lapide dove la Fondazione Fava, in memoria di Elena Fava, donerà un violino ai ragazzi dell’orchestra Falcone e Borsellino. Alle 18 al Teatro Verga si terrà la lettura di una lezione di mafia di Pippo Fava mentre alle 19 sempre al Teatro Verga, vi sarà il dibattito “La città (im)possibile”.

Adriana Laudani intervisterà Attilio Bolzoni, Claudio Fava, Miki Gambino e Giovanni Tizian a cui verrà consegnato il Premio giornalistico Giuseppe Fava indetto dalla Fondazione Fava.

La speranza è che quest’anno quella parte di Catania che in questi 33 anni ha deciso di stare in disparte, colpevolmente addormentata, si svegli e scenda in piazza per camminare con piena coscienza e a testa alta insieme a Pippo.

Non smetterò mai di pensarlo, siamo in debito verso ogni singola vittima innocente di mafia, e l’unico modo che abbiamo per pagare questo debito è partecipare attivamente e con amore.

L’amore che Pippo aveva per Catania facciamolo nostro e camminiamo in silenzio ma con il cuore e gli occhi pieni di parole. “A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare?” Grazie Pippo..noi lottiamo.