Le bugie hanno le gambe corte

Le bugie hanno le gambe corte

Sono ormai due mesi che il governo commenta a modo suo i numeri che di volta in volta disegnano la situazione economica del nostro Paese.

E sono ormai gli stessi due mesi che stiamo imparando “l’algebra della letteratura” nuova materia, probabilmente nata con la buona suola varata dal Governo Renzi, attraverso cui si riesce a sovvertire qualsiasi dato economico purchè questo diventi favorevole alla dittatura Renziana.

Naturalmente però la materia è nuova e non tutti la conoscono ma soprattutto è rimasto ancora un limite oltre il quale non si può andare, oltre il quale sarebbe palese per tutti che si sta offendendo l’intelligenza degli italiani.

Stavolta questo sussulto di onestà viene addirittura da Bankitalia, che da sempre nasconde le malefatte dei governi anche quando queste hanno portato a suicidi di persone semplici che avevano il solo merito di aver contribuito a costruire l’Italia.

Ebbene sì, stavolta Bankitalia, quella che lascia che le banche amiche rubino i risparmi dei propri correntisti perché non fa i controlli necessari sulle operazioni economiche di queste ultime stavolta, si vede costretta suo malgrado a definire ambiziose le alchimie matematiche previste nell’aggiornamento del DEF per il 2017.

E se lo dice Banca di Italia il sospetto che Renzi e i suoi compagni stavolta abbiano veramente esagerato passa automaticamente da dubbio a certezza, soprattutto quando questo giudizio negativo viene ripreso e validato anche dalla Corte dei Conti.

E stavolta anche la citata Algebra letteraria non riesce a trovare soluzioni e nel migliore dei casi cita questi passaggi come contrassegnati da un eccessivo ottimismo.

Giusto per mettere i numeri in ordine, senza scendere nello specifico, qui stiamo parlando di una crescita preventivata, dai maghi del Governo, di 0,3 punti superiore rispetto alla media delle previsioni rilasciate da vari istituti indipendenti.

Non sono parole nostre ma riportiamo quanto detto dal vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Signorini, cosi da farci un’idea

 “Nello scenario programmatico per il 2017, la dinamica del prodotto è significativamente maggiore di quella del quadro tendenziale. L’obiettivo è ambizioso. Per conseguire il risultato la prossima legge di bilancio dovrà essere definita con grande cura”.

Questo passaggio è sconcertante. Primo per la povertà di politica economica che si dimostra completamente assente nella struttura costruttiva del decreto, secondo perché umilia gli Italiani attraverso bugie dalla gambe corte.

Ma questa bugia è solo l’ultima di una serie che in questo periodo ha visto il nostro paese su tutti i giornali internazionali, e la cosa che più dispiace è che tutte hanno un solo fattore in comune, il poter dire tutto e sempre offendendo l’intelligenza degli italiani.

In ordine di tempo prima della notizia sul DEF il buon Renzi ci aveva portato alla ribalta nazionale con la presentazione del piano “industria 4.0”  dove il Presidente ed il Ministero dello Sviluppo hanno dichiarato, mettendolo in bella mostra su una slide in Inglese, cosi che la capissero tutti, che investire in Italia è conveniente perché qui il lavoro costa meno.

Be questa affermazione, che purtroppo è vera, dimostra che questo Governo dice tante bugie perché:

1)    Il lavoro costa meno ma per attrarre investimenti occorre che questo gap negativo continui negli anni, quindi a dispetto di quanto si può immaginare si apre una stagione dura per il rinnovo dei vari contratti nazionali perché è insita nella slide la notizia che non vi saranno correzioni in aumento a livello salariale

2)    Il lavoro costa meno perché i livelli di sicurezza del lavoro in Italia sono sempre più bassi quindi si può recuperare anche da qui.

3)    Il lavoro costa meno perché in un paese in deflazione, ormai cronica, pur di restare nel mondo del lavoro si accettano stipendi sotto soglia anche perché la legislazione non interviene e lo permette

4)    Il lavoro costa meno perché in Italia non si riesce a dare valore alle competenze e questa non è una  nostra affermazione ma quanto scritto sulla slide che cita “L’Italia offre un livello dei salari competitivo che cresce meno rispetto alla Ue e una manodopera altamente qualificata dei profili specializzati”

Ma la cosa più brutta di questa infelice uscita Governativa è che per nascondere la nostra povertà si spinge a paragonare il Paese con le economie del terzo mondo, che combattono e spesso con successo guerre economiche diverse dalle nostre.

Se si devono attrarre investimenti non sarà certo paragonandoci ai più deboli che convinceremo gli stranieri, anzi tutt’altro. Era il momento di elogiare le nostre competenze, di far conoscere le nostre possibilità lavorative, ma non potevamo farlo perché avremmo dovuto parlare di atro e sempre al negativo.

Chi vuole investire in un paese fa delle ricerche specifiche sulle quali siamo sempre perdenti, come ad esempio:

·         Infrastrutture – quindi analizza se il paese ha strutture collaterali come ad esempio le vie di trasporto che permettono un recupero in termini di tempo e di prezzi, ma questo da noi non è possibile.

·         Burocrazia amministrativa – si analizza la possibilità in termini di tempo e di denaro di espletare pratiche lavorative, ma da noi i tempi sono triplicati rispetto alla media.

·         Corruzione – in Italia la possibilità che lievitino i costi perché si deve gestire la mazzetta è troppo alto e rasenta la sicurezza assoluta.

Ma ancor prima sempre Renzi e la sua squadra del cuore si sono ritrovati a diventare grandi matematici, sfiorando il premio Nobel per la matematica quando hanno presentato in modo scoppiettante i numeri del Job act, riuscendo a trasformare i numeri di un fallimento in numeri di successo.